In Verdicchio
Veritas
Omaggio al Verdicchio dei Castelli di Jesi,
il Vino della nostra Terra.
Il Verdicchio è uno dei vini più famosi delle Marche, parte integrante della tradizione e della storia del nostro territorio.
Si tratta di un vitigno autoctono coltivato nelle Marche fin dal XVI secolo. Il nome “Verdicchio” appare infatti per la prima volta nel 1557 nella traduzione che il letterato Mambrino Roseo di Fabriano (1525-1585) ricava da un trattato di agricoltura spagnolo “Libro de agricoltura” (Toledo, 1520), rendendo “torrontès” con “Verdicchio”. Poi, nel 1569, anche in uno scritto del botanico Costanzo Felici “Del’insalata e piante che in qualunque modo vengono per cibo del’homo” si elenca il Verdicchio tra le buone uve da mangiare. Si ipotizza la sua derivazione dalle antiche uve aminea, itriola o marana, di epoca romana o dalle medioevali uve trebulane, ma recenti analisi scientifiche e genetiche (1991 e 2003) hanno evidenziato una parentela molto stretta tra il Verdicchio ed il Trebbiano di Soave (Verona). Questo conferma così l’ipotesi che il vitigno fosse stato importato, nella città e nella valle dell’Esino, dai Lombardi (agricoltori e artigiani) stabilitisi in queste zone in seguito all’“Invito del Comune di Jesi” (1470), al fine di ripopolarne il territorio dopo una terribile peste…
La storia della sua nascita e diffusione e dell’amore dei marchigiani, ma non solo, per questo particolare vino bianco è largamente trattata all’interno del museo e nella sezione del blog a cura del Prof. Ceccarelli. Per saperne di più venga a trovarci o legga gli articoli nella sezione “storia” del nostro blog.